Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera,
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa
la malattia vi impedisca
i vostri nati torcano il viso da voi.
Questa poesia è formata da: una quartina, due cinquine, una sestina e infine una terzina.
Il linguaggio è semplice e comprensibile, lo stile semplice, netto e chiaro.
Ci sono delle anafore: voi, che, senza, considerate, meditate.
Ogni strofa ha un significato particolare: la prima si riferisce alle persone che non sono ebree e che non si trovavano nei campi di sterminio, la seconda è riferita agli uomini ebrei all’interno del campo e con pochi versi Levi racconta la loro sofferenza e la loro angoscia, la terza è riferita alle donne ebree che hanno perso la loro identità e anche la possibilità di procreare; a causa della crudeltà dei tedeschi, la quarta è una testimonianza su ciò che era accaduto realmente e infine la quinta strofa è come una maledizione per i figli dei “non ebrei”.
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