sabato 27 novembre 2010

 ASSATA SHAKUR - A.D. SPORTING ANCONA 7-4

Grande vittoria dell’assata la più bella prestazione della nostra formazione un misto di tecnica fantasia e finalmente grinta e convinzione dei propri mezzi.
Dopo una settimana difficile causa gli insulti razzisti ricevuti, anche in allenamento dopo la vista di etv e dell’assessore allo sport BRISIGHELLI. si era vista una squadra concentrata e con tanta voglia di far bene tanto che i ragazzi erano sicuramente più tesi ed hanno sfogato la loro rabbia nel modo migliore giocando come dicevamo prima una grande partita.
Voglio Ringraziare ovviamente tutti i giocatori per la prestazione di venerdì sera dimostrando sul campo di essere una bella squadra quando si gioca al calcio,ma in particolar modo voglio ringraziare il nostro mister TAIEB ieri tra l’altro non è neanche entrato in campo dando una grande dimostrazione di responsabilità .Il nostro MISTER sta facendo un gran lavoro sia dal punto di vista tecnico che di gruppo perche non è facile gestire più di 20 persone 24 per la precisione dopo gli ultimi tesseramenti quando in campo poi ci vanno solo 7 persone.

A questo proposito è il mio ringraziamento a tutti i giocatori che accettano in ogni caso le scelte del mister…e questa è già una bella vittoria.

Un ringraziamento particolare va al nostro pubblico ieri faceva veramente freddo e ai collaboratori della polisportiva come Stefania,Wilmer,Rata dimostrando che sia in campo che fuori siamo davvero una squadra ed ovviamente a tutta la rosa. e a quei giocatori che pur non giocando vengano a vedere le partite…..


ABRAM ALESSIO

LA CRONACA DELLA PARTITA ED I MARCATORI NELL'APPOSITA SEZIONE NELLA PAGINA "CALCIO" 


lunedì 22 novembre 2010

BRUTTA GIORNATA DI CAMPIONATO

ASSATA SHAKUR - ASSICURAUTO 2-2
PER QUESTA PARTITA NON METTEREMO IL RESOCONTO PER INTERO PERCHE' L'INCONTRO E' STATO MACCHIATO DA GRAVI EPISODI DI RAZZISMO.
AL 6 ASSATA IN VANTAGGIO CON SINA
AL 17 RADDOPPIO DI ANTONIO
NEL SECONDO TEMPO
AL 5 AL 9 IN GOAL PER ASSICURAUTO 
2 A 2 FINALE

COMUNICATO UFFICIALE

Dalla nazionale ai campi amatoriali il razzismo non cambia faccia

Inoltriamo queste righe per denunciare un fatto gravissimo accaduto ieri sera durante lo svolgimento del campionato amatoriale di calcio a sette , organizzato dalla Sportware di Osimo.
Il fatto in questione si è manifestato durante la quinta di campionato in cui si sono fronteggiate la squadra delle Polisportiva Antirazzista Assata Shakur e la squadra Assicurauto.
Come ormai è bene noto a tutti, la squadra della Polisportiva Assata Shakur, proprio in virtù delle campagne che da quasi dieci anni porta avanti contro il razzismo e per il riconoscimento dei diritti per tutti, è composta per metà da giovani migranti provenienti da differenti parti del mondo.
Tutti giunti in Italia, da chi ormai da venti anni a chi è giunto da meno di anno, per tentare di costruire una vita migliore, fuggendo dalla povertà e dalle guerre. Condizione ormai permanente in cui versano la maggior parte dei paesi nel mondo.
Sono stati proprio questi ragazzi vittime dell’increscioso episodio che per tutta la durata della partita gli ha visti offesi ed umiliati sotto i ripetuti insulti razzisti pronunciati dal portiere avversario.
Frasi come “negro di merda”, “tornatevene nel vostro paese”,non ci avete il permesso di soggiorno non potete giocare” sono state urlate continuamente, udite da tutti presenti, non solo dagli stessi giocatori ma anche dalle pubblico che assisteva alla partita.
L’unico a non averle ascoltate è stato proprio l’arbitro, che evidentemente come spesso accade a fatto finta di niente pur di non prendere nessun provvedimento a riguardo nonostante i ripetuti solleciti.
E così, quella che doveva essere una tranquilla competizione sportiva in cui principalmente si partecipa per divertirsi e per stare bene insieme, si è trasformata in un momento di umiliazione per i giocatore stranieri alterando lo spirito e i principi che sottendono allo sport e a quella parte di umanità a cui sicuramente non appartengono né la squadra avversaria(due giocatori in particolare) né tanto meno l’arbitro in campo ieri sera.
È vergognoso che si tollerino atti discriminatori e violenti come quelli a cui abbiamo assistito ieri sera.
Ed è soprattutto paradossale che oggi proprio questi gesti d’intolleranza che sono nemici dello sport possono trovare cittadinanza durante una partita di calcio e che al contrario, a dei ragazzi desiderosi di tirare un calcio a un pallone, gli venga negato il diritto di farlo in base al possesso o meno del permesso di soggiorno. .Documento che sempre di più è sottoposto all’ arbitrarietà del funzionario di turno e soprattutto regolato da una legge truffa che non permette di fatto, attraverso i suoi contradditori meccanismi burocratici, di essere accessibile per che vorrebbe regolarizzarsi.
Con questo comunicato vogliamo lanciare un appello sia agli organizzatori del torneo che ai vari rappresentanti istituzionali, affinché prendano pubblicamente le distanze dalle parole razziste urlate ieri sera contro i giocatori della polisportiva Antirazzista Assata Shakur . Chiediamo inoltre la squalifica del portiere della squadra Assicurauto che si è permesso pubblicamente di offendere con insulti razzisti i giocatori avversari e dal quale ci auguriamo di ricevere al più presto le sue scuse.
A lui e a tutti coloro, complici, che ieri sera hanno ignorato lo sfogo razzista rispondiamo con le stese parole usate da un giocatore iraniano a cui sono state rivolte le offese , ovvero gridando: “siamo tutti italiani” “siamo tutti cittadini”!

Ricordiamo che per le due prime partita iniziali questa società è entrata con l’autorizzazione della stessa organizzazione con striscioni e slogan anti razzisti nell’ambito della settimana europea della F.A.R.E., oggi invece ci vediamo attaccati violentemente da frasi razzisti e per questo chiediamo un intervento ufficiale.

IL PRESIDENTE
ABRAM Alessio 


RICEVIAMO DALLA NOSTRA STEFANIA :
Questa volta non ho molto da dire o da raccontare di questa partita...iniziata alla grande, ma poi rovinata da degli eventi spiacevoli che a volte mi fanno vergognare di essere italiana.
Episodi doi razzismo nei conforntio dell'assasta shakur, hanno rovinato una serata dove gli unici protagonisti dovevano essere: IL CALCIO E IL DIVERTIMENTO.
Posso solo dire che la squadra dell'assata shakur è composta da ragazzi meravigliosi, che si impegnano fino in fondo e che credono in quello che fanno, è un gruppo molto affiatato e sono fiera di farne parte
Forse in questo caso la squadra dell'aassicurato, sapendo della grande forza di questa squadra, ha pensato bene di giocare sul livello psicologico, provocando i nostri ragazzi con aggettivi molto gravi e offensivi(es. PERMESSO DI SOGGIORNO SCADUTO...) , ma l'unico risultato che hanno ottenuto, è la figuraccia e l'immaturita' che hanno dimostrato.

FORZA ASSATA SHAKUR ANCONA 2001 SIETE GRANDI , OGNUNO STA DANDO TANTO PER RENDERE GRANDE QUESTA SQUADRA.

FORZA RAGAZZI !!!!





venerdì 12 novembre 2010

Permesso di soggiorno : calciatori stranieri dilettanti a rischio di espulsione !!

tratto da: redattoresociale.it

In forte aumento la loro presenza nelle squadre locali. Dirigenti e tecnici alle prese con i permessi di soggiorno. Se scade, il giocatore può finire in un Cie. Ma i tempi per il cartellino sono molto lunghi Roma – Sono ormai tantissimi i casi di calciatori stranieri che militano nel campionato dilettanti. Si tratta di giovani immigrati arrivati in Italia adolescenti oppure di seconda generazione o, ancora, migranti giunti da pochi anni nel nostro paese. Le squadre locali, con poche risorse economiche, pescano sul territorio i migliori calciatori. Così si formano squadre specchio della nuova Italia e rose calcistiche multicolore. Infatti sono già molto numerose e in continuo aumento le richieste inoltrate alla Figc per il tesseramento di giocatori con cittadinanza straniera, mai tesserati all’estero. Questo particolare indica che non sono calciatori il cui cartellino è comprato da squadre estere. Si tratta di giovani che vivono in Italia ma non hanno la cittadinanza. L’articolo 40 del regolamento parla chiaro: per la Lega nazionale dilettanti si devono presentare una serie di documenti. La dichiarazione di non essere mai stati tesserati per Federazioni estere, il certificato di residenza anagrafica attestante la residenza in Italia da almeno dodici mesi e, qualora fossero di nazionalità extracomunitaria, serve anche il permesso di soggiorno valido. La richiesta arriva a Roma alla Federazione italiana gioco calcio e dopo essere protocollata viene istruita la pratica. Solo così, documenti alla mano, arriva il tesseramento. Tempi medi: un mese, un mese e mezzo. Per un italiano bastano due giorni. Inoltre, militare in una squadra di categoria minore non vuol dire avere il contratto da calciatore. Ci sono solo rimborsi spese, per cui se il ragazzo straniero non trova lavoro e gli scade il permesso di soggiorno rischia l’espulsione dall’Italia.
E’ successo alla squadra astigiana di Nizza Monferrato, la Nicese, che ha rischiato di perdere l’attaccante, molto amato dai tifosi locali. Alla scadenza del permesso, poteva finire in un Cie, nonostante parli con l’accento piemontese e abbia solo 21 anni. Si chiama Ubong Abraham Bernard, nigeriano, con la madre in Piemonte da molto tempo, arrivato nel 2005 con ricongiungimento familiare. Ha quindi goduto del relativo permesso di soggiorno fino alla maggiore età, poi ne ha avuto un altro di 3 anni per motivi di studio. Si è diplomato in un istituto tecnico professionale sempre in provincia di Asti. A 21 anni il permesso è scaduto ed è partita la caccia a un contratto di lavoro. “In questi casi la questura rilascia un permesso di sei mesi per attesa occupazione – spiega Alberto Mossino dell’associazione Piam Onlus – ma spesso arriva già scaduto. Di solito ci mette dai 4 ai 5 mesi. Gli stranieri nel frattempo girano con dei ‘non documenti’, sperando che la polizia non li becchi”. Questi problemi con i documenti fanno impazzire presidenti e dirigenti delle squadre di provincia. “Sono in balia di procuratori e avvocati per dirimere queste storie”, dice Mossino. La conferma arriva da Elio Merlino, dirigente della Nicese. “Ci vengono i capelli bianchi – racconta – Ubong è cresciuto nel vivaio della Nicese, per questo pensavamo di tesserarlo in due giorni, invece ci abbiamo messo un mese e mezzo e non ha potuto giocare le prime sei partite di campionato. Per gli italiani, se spedisco il cartellino venerdì, sabato possono già giocare”. Secondo quanto sostiene Merlino, negli ultimi due anni, Ubong ha fatto parte di altre squadre astigiane che non sono riuscite a fare correttamente la procedura di tesseramento, per cui il ragazzo non risultava sui tabulati della Figc.
La Nicese si sente penalizzata per non aver potuto usare la sua ‘punta’ a inizio stagione. Il ct Sandro Musso ha scelto anche un ghanese, un marocchino e un rumeno. “Prendiamo i migliori ragazzi nel raggio di 5 chilometri e loro rientrano tra questi – dice Musso – c’è molta armonia, quando giocano gli stranieri sono gli idoli dei tifosi che li incitano molto, sono integrati perfettamente”. Così nel cuore della Padania davanti a un pallone non c’è permesso di soggiorno che tenga. I tifosi padani, dai giovanissimi ai vecchietti, adorano gli stranieri con indosso la maglia e i colori della squadra del paese. La Nicese milita in promozione. Per i giocatori non ci sono contratti, solo rimborsi spese. E come si fa con il permesso di soggiorno di Ubong? “Se ci fosse la possibilità di assumerli, li aiuteremmo volentieri – spiega Musso – ma a livello economico non possiamo”.
di Raffaella Cosentino

lunedì 1 novembre 2010

Il difensore con il passamontagna. In difesa, con Barça e Ajax… … e dei diritti.


di Garbat
Quando Oleguer Presas Renom era uno dei ragazzi della Cantera e poi difensore del Barça che vinceva coppe  e campionati in Spagna ed Europa, vi ha militato  dal 2002 al 2008, tutti lo sapevano. Nel tempo libero il ragazzo frequentava i centri sociali, andava alle manifestazioni, anche quelle con scontri, appoggiava le lotte degli occupanti di case e quelle dei diritti dei migranti. Lui non lo ha mai negato, e quando ha cominciato a giocare in prima squadra non si è creato nessun problema: società e giocatori lo hanno sempre difeso e appoggiato.  Il Catalano, indipendentista e antifascista, nato nel 1980, è cresciuto d’ altronde nella Barcellona liberata dai lacci del franchismo, con il sangue ribelle e l’amore per il pallone; non una cosa rara da quelle parti.
Passato nel 2008 all’Ajax,  nel tempo libero segue e appoggia le iniziative di gruppi autonomi e squatter e non ha mai disdegnato, come successo nei giorni scorsi ad Amsterdam, di unirsi alle loro proteste.
Agli inizi di ottobre le immagini di Oleguer, dotato di passamontagna e affacciato alle finestre di una casa occupata durante una manifestazione non priva di incidenti, sono stata mostrate da una telecamera, forse della polizia, e il video è stato pubblicato dai giornali olandesi. Il catalano non è risultato tra i fermati dalla polizia alla fine degli incidenti, e ha quindi regolarmente potuto essere schierato e giocare con l’Ajax. La società, da parte sua, non ha commentato: Nel tempo libero i giocatori possono fare quello che vogliono, hanno fatto sapere i dirigenti.
Oleguer Presas Renom ha ancora una volta dimostrato di essere un ottimo difensore sul campo e dei diritti e della libertà; un calciatore che ha sempre avuto il coraggio di schierarsi.